Cornaredo: quei fischi di troppo
Battendo il San Gallo per 3-2 il Lugano ha superato l’ennesimo esame di maturità. Non era un compito facile ma i ragazzi e lo staff lo hanno svolto egregiamente, come del resto ci hanno abituato in questo girone di ritorno.
L’unica nota stonata della serata la evidenziano nei loro blog anche diversi sostenitori della curva. Sono stati i fischi rivolti da qualche spettatore delle due tribune ai giocatori nei momenti più delicati del match. Mentre la Nord incita per 95′ minuti la squadra, qualcuno degli ultimi venuti ha evidentemente il palato molto fine. Al primo passaggio sbagliato dissente e arriva a fischiare persino Alioski, tra i migliori anche lunedì sera, reo di mancanza di altruismo. Solo perché talvolta decide di calciare in rete, lui che è un bomber ed é a un passo dal titolo di capocannoniere. E’ talmente egoista che tutte e tre le segnature dei bianconeri contro il San Gallo sono arrivate da assist che lo stesso Ezgjan ha fornito ai compagni.
Che aggiungere? Che questi fischi saranno anche pochi e episodici ma fanno male. Come ha scritto Giona Carcano sul Corriere del Ticino “servirebbe una spinta in più da parte dei tifosi”. Di tutti i tifosi, aggiungiamo. Forse c’è gente che non si è ancora resa conto di quello che sta succedendo quest’anno a Lugano. La squadra sta disputando un ritorno da grande e alla grande. Erano quasi vent’anni che i colori bianconeri non lottavano per i primi posti in classifica. Nel 2017 sono stati battuti: Grasshopper e San Gallo (2 volte), Young Boys, Sion, Losanna, Lucerna e Thun. E si è pareggiato contro Basilea e Vaduz. Il tutto con un gioco spesso scintillante. Chi assiste alle partite del Lugano di Tramezzani, sia in casa sia in trasferta, non parte mai deluso, addirittura spesso si diverte. Come -e lo ripetiamo- non accadeva dai tempi di Galvao.
Per quello che fanno in allenamento e poi sul campo questi ragazzi e lo staff che li guida vanno solo complimentati. Senza “se” e senza “ma”.