Tramezzani: cambieremo qualcosa rispetto al GC
Prima dell’allenamento serale di venerdì, Paolo Tramezzani si è intrattenuto con i giornalisti. La domanda d’apertura ha riguardato la partita di domenica “su un campo tradizionalmente ostico per il Lugano: il Vaduz costruisce la sua salvezza soprattutto in casa. Vi aspettate sportivamente parlando una battaglia?”
“Si mi aspetto questo tipo di partita che farei anch’io se fossi seduto in questo momento sulla panchina del Vaduz, memore anche delle due partite giocate sino a questo momento contro di noi in campionato. Due gare nelle quali abbiamo preso 7 gol, tralasciando quelli che sono alcuni episodi che sono successi, ma sette reti in due match sono tanti. Quindi c’è molto da temere questa gara, la settimana mi ha dato indicazioni importanti, cambieremo probabilmente qualcosa perché di fronte abbiamo un avversario che davanti ci ha messo spesso in difficoltà. Ho rivisto attentamente le due gare giocate e credo che delle partite disputate sino adesso questa sia decisamente la più difficile.”
-Anche con il San Gallo loro sono stati stradominati nel primo tempo ma dopo, dimostrando carattere, sono riusciti a rimetterla in piedi. E’ una squadra che non molla mai.
“Hanno grandissimo carattere e lo hanno dimostrato. Anche la partita che abbiamo giocato noi nel Principato e terminata 5-1 aveva visto il Lugano dominare la parte iniziale con cinque occasioni da rete contro nessuna, questo significa che non basta giocare 10, 15 minuti, mezzora, un tempo. Bisogna giocare 90 minuti anche di più e per far sì che la squadra sia pronta sin dal fischio d’inizio bisogna prepararsi in settimana. Giusto godere tra virgolette della vittoria che mancava da tanto tempo ma ho detto anche ai ragazzi nel post partita: finite la doccia e iniziate già a pensare alla prossima partita perché sono là che ci aspettano”.
-Ti che hai studiato attentamente le immagini che idea ti sei fatto, che Vaduz è, a cosa dovrete stare attenti in particolare?
“A tutto. Ho sentito dire di questa squadra che non gioca bene e non fa giocare ben gli avversari. Non è assolutamente vero: è un complesso che sfrutta benissimo le qualità che ha. E’ una squadra che davanti ha dei giocatori importanti, veloci e rapidi e che riesce a ribaltare sempre molto bene l’azione. E’ una squadra che crea diversi grattacapi soprattutto se non si è attenti e concentrati dal primo all’ultimo minuto, se non si è determinati, se non si ha voglia di far la partita, se non c’è l’intenzione di poter continuare a fare quello che stiamo provando con grande impegno in settimana. Abbiamo tutto da perdere. Quando si affronta una partita ci sono tre punti in palio e siccome abbiamo già regalato abbastanza nella prima parte del campionato devo pensare che non posso più regalare niente. Se il messaggio è quello che ho avuto in settimana sono sereno e tranquillo. Però so benissimo che nell’arco della partita poi le cose cambiano a favore o contro, basta un niente. Dovremo essere bravi a gestire ogni frangente della gara.”
-Come l’anno scorso all’inizio del ritorno sempre contro il Vaduz, anche stavolta il Lugano si può portare a sette punti dall’ultima classifica. Vincerla può rappresentare un piccolo salto di qualità a livello mentale?
“E’ quello che mi aspetto e che voglio dai miei ragazzi, domenica e nelle gare successive. Che ci sia un miglioramento sotto questo punto di vista. Che ci sia soprattutto la voglia di provarci. Non ci deve mancare il coraggio. Poi, come già detto, capiterà che perdiamo, che vinciamo e che pareggiamo. Ma questa mentalità è quella che ti consente superare i tuoi limiti, di migliorare quello che abbiamo fatto sino a questo momento. E secondo me di cose da migliorare se ce sono veramente tante che non sto qui ad elencarle. Ma è chiaro che quando hai la convinzione e l’aspetto mentale ti aiuta, hai più forza e questa cosa si trasmette. Quello che mi aspetto è che i ragazzi capiscano che è un momento delicato, non solo questa partita. E’ un momento decisivo per capire se dovremo soffrire sino alla fine di maggio o se potremo eventualmente poter pensare a fare un campionato diverso che non significa puntare ad altri obiettivi, ma poter iniziare già un percorso di crescita che cercheremo di proseguire nella prossima stagione.”
-Hai detto che ci saranno un paio di cambiamenti. Ipotizzo il rientro di Alioski sulla destra anche se Carlinhos ha giocato bene su quella fascia?
“Non lo so, te lo dico sinceramente. Gianni ha giocato tutte le partite per 90′ salvo a Lucerna quando dopo il cambio sul finale prendemmo in gol. Quindi la sua importanza non è mai messa in discussione ma è chiaro che un allenatore deve tener presente che la partita in cui è mancato il giocatore più importante e determinante la squadra è tornata alla vittoria e chi ha giocato nella sua posizione ha fatto una discreta partita in cui è stato decisivo nella realizzazione di un gol e nell’assist. Non ho ancora deciso se giocherà o meno.”
-Zeman amava i laterali che rientrano per andare alla conclusione con il piede preferito, tu ricalchi questa idea, in tal caso potrebbero giocare sia Carlinhos sia Alioski?
“A me piacciono molto gli esterni che si cambiano di posizione con le mezze ali, secondo me è il calcio più adatto a questi ragazzi. Poi è normale che in fase di non possesso palla non puoi permetterti di avere tre giocatori che non partecipano. Conseguentemente terrò presente anche queste considerazioni e come faccio sempre mi baso molto su quello che mi danno i ragazzi in settimana sul piano dell’impegno e della volontà, ma anche sull’avversario. Per queste motivazioni capiterà nel corso della stagione che non giocheranno elementi che sono sempre scesi in campo e che hanno fatto bene.”
-Rispetto al discorso sul tipo di campionato che il Lugano potrà fare, quanto è casuale tra virgolette che la vittoria contro il Grasshopper sia tornata facendo affidamento su elementi come Padalino e Rey che hanno una certa esperienza rispetto ad elementi più giovani. L’esperienza può aiutare a trovare continuità di risultati?
“Parlando dei singoli sia Marco che Antoine hanno fatto una buona partita, sono stati importanti. Soprattutto Antoine perché l’ho un po’ snaturato nel suo modo di interpretare il ruolo. L’ho limitato perché con il GC avevo bisogno di avere sempre un riferimento davanti alla linea difensiva che a Basilea aveva dimostrato qualche incertezza e difficoltà. La prima cosa era valutare come poter proteggere maggiormente la linea a quattro dietro. Antoine Rey l’ha fatto in modo importante. Ha recuperato più palloni di tutti e più seconde palle di tutti in questo campionato e nessuno l’ha sottolineato. Quando un giocatore a cui chiede di fare un lavoro diverso da quello al quale è abituato, gli circoscrivi la posizione e gli dai due indicazioni di cosa fare quando ha la palla e lui lo fa, è un segnale bellissimo per un allenatore. Credo che sotto questo punto di vista Antoine vada preso da esempio: è un ragazzo che ha dato moltissimo a questa società. Il suo modo di intendere il calcio è straordinario, mi fa piacere che abbia trovato spazio dall’inizio, non gli ho regalato niente. Se l’è meritato per quello che mi ha fatto vedere in questi 40 giorni.”
-L’ambiente, compresi noi giornalisti, si deprime dopo una sconfitta e si esalta dopo una vittoria. Il presidente si è subito lanciato dicendo “Tramezzani non ha difetti ed è stata una bellissima vittoria”: in questi casi come fai a gestire la situazione e che squadra hai visto in settimana rispetto a questo discorso?
“Di difetti ne ho veramente tanti e non basta una conferenza stampa per elencarli. E’ chiaro che le parole di fiducia fanno piacere a tutti; nel mondo del lavoro è più gratificante un complimento che parole di disappunto. Però le ho subito cancellate. Ho passato una settimana più dura e più tosta di quella dopo Basilea. Proprio per l’importanza che ha la partita col Vaduz. C’era bisogno di tornare a vincere e l’abbiamo fatto e mi auguro che la vittoria non ci faccia perdere di vista le cose che dobbiamo fare. Questa settimana è stata più difficile perché ho dovuto gestire anche, tra virgolette, entusiasmi che era da un po’ che non si vivevano. Questa vittoria ci deve dar la gioia di capire che quando si vince è tutto più bello, che sono tutti più bravi, che si vive più serenamente, che tutti ti danno una mano. Quando perdi cambiano le cose. Ma l’equilibrio è l’aspetto più importante. Anche quando giocavo ho sempre avuto un grande equilibrio, ho sempre goduto poco delle vittorie e non mi sono mai abbattuto più di tanto per le sconfitte, le lezioni e le batoste: e ne ho prese tante sul campo. Ho sempre avuto una grande forza di voler ripartire e riiniziare, di giocare immediatamente la partita successiva.”
-Che Lugano ci dobbiamo aspettare a Vaduz?
“Un Lugano diverso rispetto a quello che avete visto contro il Grasshopper. Disposto in modo differente e che cercherà di fare una partita diversa. Se vogliamo fare la partita che abbiamo preparato dovremo già essere pronti dai primissimi minuti. L’intenzione è quella di andare in campo e non aver paura dell’avversario, grande rispetto per il Vaduz, anche per le cose che sanno fare molto bene, però al tempo stesso dobbiamo cercare di rispondere a loro sul campo nelle cose che fanno meglio. L’aspetto fisico, il gioco aereo, le seconde palle: dovremo cercare di essere più bravi di loro. Mi piacciono poco le squadre che giocano sui difetti dell’avversario, preferisco far fare ai miei giocatori un tipo di gara in cui si ritrovano a dover lottare proprio sugli aspetti in cui gli altri sono bravi: se reggiamo l’urto lì dopo la partita potrebbe in qualche modo avviarsi sui binari che abbiamo preparato. Abbiamo studiato diverse soluzioni. Non credo che la miglior difesa sia l’attacco, penso che la miglior difesa sia avere una buona organizzazione difensiva, poi c’è la fase di impostazione e non mi dispiacerebbe che ogni tanto i miei giocatori da dietro gestiscano la palla, non per scimmiottare il Barcellona ma perché così prendono fiducia e hanno più coraggio e anche gli avversari devono correre e si stancano per cercare di riprendere la palla. Ma è tutto un mix di cose che abbiamo provato, alcune riescono bene, in altre facciamo più fatica, ma è chiaro che se hai la testa tutto ti riesce meglio.”
-Nella partita con il GC Sadiku ha fatto fatica a entrare in partita…
“Ha fatto molta fatica. Non è l’Armando che conoscete e che io conosco bene. Per una serie di motivi soprattutto per le vicissitudini fisiche degli ultimi mesi. E’ normale che non sia ancora al 100% e quando non sei al top fisicamente devi esserci con la testa. Mi è piaciuto che si sia messo a disposizione della squadra e da lui mi aspetto tantissimo sotto questo punto di vista. Meno sotto l’aspetto realizzativo, i gol li ha sempre fatti e continuerà a farli. Ma se lui e Alioski si mettono al servizio della squadra, credo che ne trarranno beneficio soprattutto loro due.”